Catarsi

Catarsi, la purificazione o purgazione delle emozioni (in particolare pietà e paura) principalmente attraverso l’arte. Nella critica, la catarsi è una metafora usata da Aristotele nella Poetica per descrivere gli effetti della vera tragedia sullo spettatore. L’uso deriva dal termine medico katharsis (greco: “purgazione” o “purificazione”). Aristotele afferma che lo scopo della tragedia è quello di suscitare “terrore e pietà” e quindi effettuare la catarsi di queste emozioni. Il suo significato esatto è stato oggetto di dibattito critico nel corso dei secoli., Il drammaturgo e critico letterario tedesco Gotthold Lessing (1729-81) sosteneva che la catarsi converte le emozioni in eccesso in disposizioni virtuose. Altri critici vedono la tragedia come una lezione morale in cui la paura e la pietà eccitate dal tragico destino dell’eroe servono ad avvertire lo spettatore di non tentare allo stesso modo la provvidenza. L’interpretazione generalmente accettata è che attraverso l’esperienza della paura indirettamente in una situazione controllata, le proprie ansie dello spettatore sono dirette verso l’esterno e, attraverso l’identificazione simpatica con il tragico protagonista, la sua intuizione e la sua visione sono ingrandite., La tragedia ha quindi un effetto salutare e umanizzante sullo spettatore o sul lettore.

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