Alfabeto hawaiano (Italiano)

Nel 1778, l’esploratore britannico James Cook fece il primo viaggio europeo segnalato alle Hawaii. Nel suo rapporto, ha scritto il nome delle isole come “Owhyhee” o “Owhyee”. Nel 1822, un sistema di scrittura basato su uno simile alla Grammatica della Nuova Nuova Zelanda fu sviluppato e stampato dal missionario protestante americano Elisha Loomis. L’alfabeto originale comprendeva cinque vocali e sette consonanti:

A, E, I, O, U, H, K, L, M, N, P, W,

e sette dittonghi:

AE, AI, AO, AU, EI, EU, OU

Inoltre, le lettere F, G, S, Y e Z erano usate per scrivere parole straniere.,

Nel 1826, gli sviluppatori votarono per eliminare alcune delle lettere che rappresentavano lettere intercambiabili funzionalmente ridondanti, consentendo all’alfabeto hawaiano di avvicinarsi allo stato ideale di one-symbol-one-sound, ottimizzando così la facilità con cui le persone potevano insegnare e imparare la lettura e la scrittura dell’hawaiano.

  • Intercambiabili B/P. B è stato abbandonato, P è stato mantenuto
  • intercambiabili L/R/D. L è stato mantenuto, R e D sono stati abbandonati
  • Intercambiabili K/T/D. K è stato mantenuto, T e D sono stati abbandonati
  • intercambiabili V / W., V è stato eliminato, W è stato mantenuto

‘ Okinaedit

A causa di parole con significati diversi scritti allo stesso modo, l’uso della fermata glottale è diventato necessario. Già nel 1823, i missionari fecero un uso limitato dell’apostrofo per rappresentare la fermata glottale, ma non ne fecero una lettera dell’alfabeto. Nel pubblicare la Bibbia hawaiana, usarono l’okina per distinguere ko’u (‘mio’) da kou (‘tuo’). Non fu fino al 1864 che l’okina divenne una lettera riconosciuta dell’alfabeto hawaiano.,

KahakōEdit

Già nel 1821, uno dei missionari, Hiram Bingham, usava i macroni per trascrivere a mano le vocali hawaiane. Il macron, o kahakō, era usato per distinguere tra vocali brevi e lunghe.

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